Oggi è Giovedì, 17 Luglio 2025 Pagina iniziale Cosa può influenzare la scelta del partner: il legame di attaccamento e le relazioni affettive

Cosa può influenzare la scelta del partner : il legame di attaccamento e le relazioni affettive










La scelta di un partner, con cui stabilire una relazione affettiva, non è casuale.
Esistono, infatti, alcuni fattori che possono condizionare la decisione di orientarsi verso una persona, con determinate caratteristiche, invece che verso un’altra. Oltre all’ attrazione fisica, che può essere considerata come il trampolino di lancio per avviare una relazione, esistono altre motivazioni, spesso inconsapevoli, che spingono verso una determinata scelta. In particolare possiamo citare :
i modelli relazionali familiari, ovvero i punti di riferimento che la persona ha avuto sul piano affettivo
il ruolo ricoperto nella famiglia di origine ( mandato familiare)
il legame di attaccamento.
In questo articolo mi occuperò, prevalentemente, del legame di attaccamento e di come la sua tipologia possa condizionare le scelte affettive adulte.

Il legame di attaccamento

John Bowlby introdusse il concetto di attaccamento come modalità innata nell’uomo e, quindi, come un bisogno primario di ricerca di calore, vicinanza, protezione. Questo bisogno viene esperito durante la prima infanzia con il care giver ( generalmente la madre) e tende a riprodursi per tutta la vita. Stabilito il legame di attaccamento si sviluppano, all’interno di ciascuno, i modelli operativi interni (MOI), che sono degli schemi mentali di noi stessi e delle figure di attaccamento che influenzeranno aspettative e comportamenti nelle future relazioni affettivi e, quindi, anche nella scelta del partner. I modelli operativi interni sono, tuttavia, flessibili, nel senso che questi  schemi possono adattarsi e modificarsi a seguito di nuove esperienze e mutamenti relazionali. Quindi è questa flessibilità che consente alla persona adulta di poter modificare il suo approccio relazionale, rivedendolo attraverso le esperienze e la consapevolezza acquisita.
Sono stati classificati quattro principali stili di attaccamento:

Attaccamento sicuro: Il bambino trova una risposta rassicurante ed affidabile, da parte del care giver, ai propri bisogni e questo lo induce ad esplorare il mondo esterno, convinto di poter trovare un “porto sicuro” se si presenta una situazione di pericolo

Attaccamento insicuro- evitante: si verifica quando il care giver non è in grado di rispondere ai suoi bisogni di vicinanza e protezione. Nel bambino si sviluppa così un senso di insicurezza e la percezione di essere rifiutato. In questo modo esplorare il mondo esterno e quindi stabilire relazioni diventa molto difficile, perché il bambino, sentendosi privo di protezione, tende a distaccarsi emotivamente dal care giver ed a sentirsi inadeguato

Attaccamento insicuro - ambivalente: in questo caso il care giver risponde ai bisogni del bambino in maniera discontinua ed irregolare, creando in lui un’ insicurezza che può portare ad una costante ricerca di rassicurazione, dando luogo ad una dipendenza emotiva dal care giver. Da momento che non vi è la percezione di una stabilità emotiva, il bambino vive l’ansia da separazione e questo ha una ricaduta, in senso negativo, sulla sua esplorazione del mondo esterno e sulle future relazioni affettive.

Attaccamento insicuro-disorganizzato: in questo caso il care giver può essere sia fonte di sicurezza che di pericolo per il bambino. Questo si verifica quando il care giver è una figura fragile, priva di strumenti per poter creare un ambiente stabile per il bambino. Ciò può verificarsi in situazioni particolari, che possono prevedere abusi, trascuratezza, maltrattamenti . Il bambino risponderà con atteggiamenti e comportamenti contraddittori ( per esempio alternando vicinanza ed allontanamento nei confronti del care giver), ipereccitati, disregolati emotivamente, con difficoltà estrema ad esprimere le loro emozioni. Ma, soprattutto, il bambino svilupperà una difficoltà a fidarsi delle relazioni e questo, in età adulta, avrà delle conseguenze sul piano affettivo.
Quelli che ho appena descritto sono i principali stili di attaccamento.
Esistono poi altre categorie, che comprendono ulteriori sottogruppi di classificazioni, come è stato evidenziato da Mary Ainsworth, che ha studiato le interazioni care giver-bambino in situazioni di distacco momentaneo ( strange situation), verificando come i diversi stili di attaccamento possano influire sulle risposte emotive del bambino di fronte ad una separazione. Secondo la teoria dell’attaccamento il rapporto che viene ad instaurarsi tra due partner adulti è, in linea di massima, simile a quello che si sviluppa tra care giver bambino, ovvero un bisogno di intimità e condivisione a cui si unisce l’aspettativa di sicurezza e sostegno. Allo stesso modo, viene vissuta la separazione e la paura di eventuali pericoli, che possano riguardare la relazione. Quindi appare evidente che, come lo stile di attaccamento influenza le dinamiche bambino care giver, allo stesso modo può condizionare quelle tra due partner adulti.

Relazioni affettive adulte

Coppia stabile centrata sullo scambio





Quando parliamo di coppia stabile, mi riferisco a quel tipo di coppia in cui è maturata la capacità di riconoscere sia i propri bisogni, sia i bisogni dell’ altro. Si è inoltre verificato lo svincolo dalle famiglie di origine attivando quel processo di crescita che, come ogni processo maturativo, presuppone il distacco da stadi precedenti. Avendo i componenti della coppia effettuato il riconoscimento reciproco delle proprie esigenze, il partner non verrà scelto, spesso in maniera inconsapevole, per dare risposta a bisogni disattesi del passato. La coppia stabile prevede una relazione di scambio, in cui nessuno deve sanare le ferite dell’altro, in cui entrambi i partner si forniscono sostegno e protezione e possiedono una sicurezza di base che li rende uniti ma, nello stesso tempo, autonomi. In questa tipologia di coppia si ripetono gli schemi che connotavano il legame di attaccamento sicuro che, con ogni probabilità, i partner adulti hanno sperimentato da piccoli.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi, la scelta di un partner viene effettuata per dare risposta a quei bisogni che, in un legame di un attaccamento instabile, sono rimasti senza riscontro. Vengono così attivate relazioni strumentali, in cui il partner ha il compito riparativo rispetto alle mancanze del passato. Il partner è quindi “utile” per soddisfare determinati bisogni, che variano a seconda della tipologia di attaccamento vissuta. Vediamo adesso quali sono le prevalenti combinazioni e tipologie di coppia che si formano partendo da questo presupposto.

Coppia illusoria




Questo tipo di coppia viene a crearsi quando uno dei due partner cerca di trovare, nella relazione, la concretizzazione di desideri ed aspettative di fatto inattuabili, generati da suoi bisogni personali che, però, non si sintonizzano con i bisogni dell’altro. Date le premesse questa tipologia di coppia risulta essere fragile e, con ogni probabilità, non destinata a durare, proprio perché il bisogno è percepito solo da uno dei due componenti, che si illude, appunto, che l’altro possa soddisfare i suoi desideri. Uno dei bisogni illusori più frequenti è, per esempio, il bisogno di autostima, la cui carenza è molto probabile per chi ha sperimentato un attaccamento ambivalente. In questo caso una possibilità per dare risposta questo bisogno può essere la scelta di un partner che, in qualche modo, rappresenti ciò che la persona è ma che vorrebbe essere. Quindi un partner a cui si attribuisce una forza ed una sicurezza che è, più che una realtà, una proiezione illusoria della persona, attivando un relazione basata su un’aspettativa impossibile da realizzare.
Un’altra modalità con la quale dare risposta al bisogno irrisolto di autostima, può essere quella di scegliere un partner simile (cioè anche lui con un bisogno non risolto di autostima). In questa relazione i due partner agiranno in contemporanea un duplice ruolo : da un lato quello del bambino bisognoso di aiuto, dall’altro quello del genitore stesso, che deve prestare rassicurazione e conforto. Viene a crearsi una relazione di tipo simmetrico, ma non uguale, in quanto vi è una parità all’interno della coppia, ma non si agisce un rapporto di scambio, in quanto risponde a due bisogni uguali, che cercano la soluzione attraverso un’altra persona, che non è amata per quello che è, ma per quello che rappresenta.
Un altro esempio di coppia illusoria può essere rappresentato quando uno dei due partner cerca di mantenere la propria indipendenza, sia affettiva che sessuale, ricercando nell’altro il “porto sicuro” e la disponibilità, illusoria, ad aspettare i suoi ritorni. In questo caso possiamo trovarci di fronte una persona con attaccamento ambivalente- evitante, che si distacca dal partner, per paura del rifiuto ( come era accaduto in passato) e si proietta verso l’esterno, illudendosi di poter “ritornare” a sperimentare la sicurezza affettiva quando vuole, in base soltanto alle sue necessità.
Il comune denominatore di tutte queste coppie è il fatto che la loro durata è effimera, proprio perché i bisogni a cui si cerca di dare risposta vengono agiti a senso unico e non trovano un incastro con i bisogni del partner.

Coppia complementare




Anche la coppia complementare si forma nel tentativo di dare una risposta esaustiva ai propri bisogni disattesi in passato. Tuttavia, a differenza della coppia illusoria, questo tipo di coppia vede una integrazione nei reciproci bisogni e spesso, anche se disfunzionale, può durare nel tempo. Infatti questo tipo di coppia, definita anche “coppia complice”, è estremamente determinata a mantenere il proprio equilibrio e lo fa attivando diverse strategie, interne ed esterne, facendo leva su barriere protettive che possono essere costituite dal ruolo socialmente riconosciuto della coppia, da legami economici, dagli stessi figli. Ciò che può mettere in crisi questa rigidità relazionale è la crescita sbilanciata che, ad un certo punto, può verificarsi. Ciò avviene quando uno dei due partner abbandona il ruolo agito fino ad ora e, in questo modo, venuta meno la funzionalità reciproca dei bisogni, la coppia riceve un imput al cambiamento, che può risolversi o con una maturazione di entrambi i partner e, quindi con l’evoluzione verso un rapporto adulto e di scambio, o con l’estinzione stessa della coppia.
Vediamo adesso quali possono essere le più frequenti combinazioni, che si verificano in questa tipologia di coppia. Un esempio è dato dalla coppia rappresentata dal binomio “bambino infelice/ bisognoso” e “ genitore che se ne prende cura”. In questo caso il bisogno di attenzione e cura, a cui da bambini non si è avuto sufficiente risposta, porta uno dei partner ad agire comportamenti che denotano una fragilità e che “costringono” l’altro a prendersi cura di lui. Dall’altra parte viene invece agito un comportamento che prevede, da parte del partner, la distribuzione di cura e protezione, come potrebbe fare un genitore. In questo caso viene messo in atto, da parte del partner che assume il ruolo di genitore, un comportamento correttivo rispetto al passato, cercando di rimediare la carenza di sicurezza e accudimento che da bambino non ha sufficientemente ricevuto, attraverso la presa in carico del partner “bambino infelice/bisognoso”.
Appare chiaro che, fino a quando entrambi i componenti della coppia utilizzano il partner come strumento per sanare le proprie ferite, creando un equilibrio disfunzionale, ma soddisfacente per entrambi, la coppia è destinata a durare. La disfunzionalità di questa coppia è rappresentata anche dal rischio che il partner “bambino infelice/bisognoso” avanzi pretese sempre più pressanti nei confronti dell’altro, con la pretesa di ricevere sempre più dimostrazioni di affetto, cosa che l’altro dovrà fare, ma che porterà la coppia in n vortice compulsivo, che dà luogo ad una relazione di tipo ansioso e malato.
Un altro caso di coppia centrata sul soddisfacimento reciproco dei propri bisogni e, quindi, complementare è dato dalla situazione analizzata in precedenza, nell’ambito della coppia illusoria, a proposito del partner con attaccamento ambivalente-evitante. Nel caso della coppia illusoria il bisogno di indipendenza, coniugato con quello dell’accoglienza, veniva vissuto da un solo partner. Nel caso della coppia complementare, entrambi i componenti della coppia integrano i loro bisogni senza risposta. Quindi il partner, con attaccamento ambivalente-insicuro, troverà conferma e giustificazione per la propria dipendenza, dal comportamento evitante dell’altro. E’ questo il terreno fertile in cui è possibile sviluppare una dipendenza affettiva. Questa dinamica può dare origine anche alla coppia “ bambino sottomesso” –“ genitore controllante/impositivo, ruolo che viene agito dal partner con attaccamento ambivalente-evitante, mentre l’altro, per la paura compulsiva di perdere il suo amore, asseconda sempre di più le sue richieste . Anche in questo caso i comportamenti possono essere soggetti ad una progressiva intensificazione, trascinando la coppia in una pericolosa spirale di disfunzionalità.
Come potete vedere gli esempi rappresentativi della dinamica della coppia complementare possono essere di vario tipo, ciò che non cambia è la relazione affettiva strumentale ed il tentativo di dare risposta a bisogni che, in passato, non hanno ricevuto sufficiente attenzione.

Conclusioni

Possiamo quindi riassumere alcuni punti evidenziati in questo articolo:
La scelta del partner non è casuale, ma influenzata, inconsciamente, da diversi fattori, tra i quali il legame di attaccamento esperito da bambini.
Partendo da questo assunto, possiamo individuare tre tipologie prevalenti di coppia che, a loro volta, prevedono diverse variabili, come dimostrato negli esempi.
Semplificando le tipologie possono essere raffigurate in tre categorie:
La coppia centrata sullo scambio, in cui entrambi i partner hanno avuto una adeguata risposta ai bisogni infantili e ciò ha permesso ai partner di effettuare lo svincolo dalle famiglie di origine, dando vita ad una coppia emancipata ed adulta
La coppia illusoria, in cui uno dei partner cerca di sanare le proprie ferite narcisistiche attraverso il partner, senza però trovare un incastro con i suoi bisogni e, per questo motivo, la coppia ha in genere vita breve
La coppia complementare, in cui i partner cercano una risposta ai propri bisogni inevasi del passato, ma in cui i bisogni di entrambi si incastrano, dando vita ad alleanze affettive in cui si giocano ruoli complementari e creando un equilibrio che, per quanto disfunzionale, tende a durare nel tempo, perché difeso dalla copia stessa.

Bibliografia:
Ainswoth Mary, “Infant-mother attachment”, in American Psycologist, 1979
Baldaro Verde Jole, Illusioni d’amore, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1992
Bolwlby John, “Attaccamento e perdita”, Boringhieri, Torino, 1983
Crittend M. Patricia, “ Attaccamento in età adulta”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1999
Wilil Jurg, “ La collusione di coppia”, Franco Angeli, Milano, 1986

Dott.ssa Evita Raffaelli
Cell. 3493638465
Mail: evita.rr@virgilio.it

Commenti

  • Chiara (1 mese fa) scrive:

    Molto interessante, grazie Dottoressa

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