Oggi è Giovedì, 17 Luglio 2025 Pagina iniziale Genitori separati: cosa succede quando arriva un nuovo partner

Genitori separati: cosa succede quando arriva un nuovo partner?







Variabili del contesto

Uno dei momenti più delicati ,che seguono la separazione, è quello in cui si verifica l’ingresso di un nuovo partner per uno o per entrambi i genitori. Prima di tutto occorre tenere in considerazione alcuni aspetti che riguardano la fase di elaborazione della separazione, che ho indicato spesso come un lutto, sia per la coppia sia per i figli. Ci sono, infatti, diverse variabili che possono condizionare questo ulteriore riadattamento degli equilibri.
Innanzi tutto bisogna considerare la relazione che i due genitori hanno in quel momento. Spesso, infatti, la separazione non è un evento che viene vissuto in maniera paritaria: se è stato soltanto uno dei due partner a volerla, è ovvio che la situazione si presenta sbilanciata ed il genitore che ha subito e non scelto la separazione viene a trovarsi in una posizione di difficoltà emotiva che, inconsapevolmente, viene comunque trasmessa e percepita dai figli, che tenderanno ad avere, nei confronti del genitore “svantaggiato”, un atteggiamento protettivo e tutelante. 
In questo caso, la presenza di una nuova figura che va ad affiancare l’altro genitore può essere vissuta come una presenza avversa, se non addirittura pericolosa. Ovviamente ciò non vuol dire che il genitore, che ha iniziato una relazione con un’altra persona , debba interromperla, tuttavia dovrà tenere conto della delicatezza della situazione e cercare di non forzare i tempi, tentando di conciliare le proprie legittime esigenze con la sensibilità dell’ex partner, attraverso un confronto costruttivo. Un’altra situazione di squilibrio si verifica quando, anche se i due genitori hanno elaborato sufficientemente la perdita della separazione, soltanto uno di loro inizia una relazione con un’altra persona. E’ in questi casi che puo' verificarsi un corto circuito, che può portare il genitore ancora single a forme di manipolazione, anche inconsapevoli, nei confronti dei figli , che possono  essere “utilizzati” come rivalsa nei confronti dell’altro genitore. Sono questi i momenti in cui si possono creare alleanze disfunzionali tra uno dei due genitori ed i figli, che possono percepire l’altro genitore come “ cattivo” ed il nuovo partner può addirittura rivestire il ruolo del “colpevole”, su cui viene riversata la responsabilità del fallimento familiare. Se i due ex partner non riescono a comprendere ed a chiarire la dinamica inefficace e dannosa che si sta verificando tra di loro, può essere necessario ed auspicabile un sostegno professionale, attraverso il quale vengano riadattati gli equilibri tra i due genitori, in modo da acquisire gli strumenti per gestire in maniera funzionale questo nuovo cambiamento.
Nel caso che i genitori abbiano entrambi sufficientemente elaborato il loro lutto emotivo, si porrà poi l’interrogativo di come comunicare ai figli la presenza di questa nuova figura, che verrà ad inserirsi nel contesto familiare. Anche in questo caso occorre valutare il livello di elaborazione della perdita del vecchio equilibrio familiare ma, questa volta, da parte dei figli . I genitori dovranno monitorare i comportamenti del propri figli, riuscire a cogliere i segnali che inviano, anche quelli non verbali e, laddove è possibile, cercare di interagire con loro in maniera rassicurante, stimolandoli ad esprimere le proprie emozioni.
Da quanto esaminato appare chiaro che le parole chiave in questa circostanza, sono tempo e gradualità.

Come comunicare ai figli la notizia

Anche in questo caso occorre tenere presente il contesto di riferimento. Innanzi tutto l’età del bambino. Se è molto piccolo è ovvio che sarà difficile una verbalizzazione di quello che sta accadendo. In questo caso la nuova figura verrà inserita gradualmente come nuova presenza nella vita del genitore e sarà opportuno stimolare una relazione interattiva, magari attraverso il gioco o esperienze di svago condivise ( per esempio una piccola gita, un pic nic ecc.). Quando il bambino raggiunge un’età in cui è in grado di comprendere ,a livello cognitivo, quello che sta accadendo, il genitore dovrà prima avvertire l’altro genitore della nuova presenza affettiva nella sua vita ( e questo in base alle variabili considerate prima) e poi parlare coni figli, informandoli sulla nuova figura, che sarà presente nella sua vita e quindi, di riflesso, anche nella loro. Il colloquio dovrà avvenire, come già fatto quando ai figli è stata comunicata la separazione dei genitori, in maniera chiara, comprensibile e sincera, rimodulando i modelli verbali sulla base della sua età. Il genitore dovrà essere esaustivo e rispondere a tutte le domande che gli verranno poste, con chiarezza e semplicità.
Un presupposto, a mio avviso, essenziale è quello di arrivare al coinvolgimento dei figli quando la relazione tra il genitore ed il nuovo partner si è sufficientemente consolidata in modo da non esporre i figli ad esperienze traumatiche ed abbandoniche. Occorre inoltre considerare un altro fattore molto importante, ovvero quanto tempo è trascorso dalla separazione. Infatti bisogna considerare che l’evento separazione ha rimesso in discussione tutti gli equilibri familiari precedenti e ciò ha comportato sia un periodo di lutto, sia un riadattamento a condizioni di vita diverse da quelle fino ad allora sperimentate . Pertanto l’introduzione di un ulteriore cambiamento in tempi troppo brevi , rispetto a questo evento, potrebbe essere un carico troppo difficile da sostenere
Per questo la gradualità è importante, perché è una categoria applicabile non solo ai figli , ma anche al genitore, che dovrà procedere a piccoli passi, sia per sondare la propria relazione, sia per renderne partecipe i figli . Quando si ritiene che il momento sia arrivato e tutti gli attori coinvolti ( ex partner e figli) sono stati informati, si apre l’interrogativo di come gestire questo primo incontro. Sarebbe opportuno scegliere un luogo esterno e neutro, magari dove i figli possano sentirsi a proprio agio. Il primo incontro, comunque, è pur sempre un’incognita per tutti, compreso il nuovo partner, che si sentirà probabilmente ansioso di compiacere i figli della persona con cui ha stabilito una relazione. Personalmente inviterei i protagonisti di questa esperienza a non assumere atteggiamenti che possano mostrare forzature ed a non avere aspettative eccessive da questa prima interazione. Entrambi dovranno conoscersi a poco a poco e le razioni dei figli potranno diversificarsi in base a tante variabili: età, modalità in cui è stata gestita la separazione, legame di attaccamento con l’altro genitore ecc..
Quindi gradualità e tempo tornano ad essere la bussola da utilizzare per costruire questa nuova relazione, cercando punti di contatto e, per il nuovo partner, non alterando la propria natura e mostrandosi disponibile ed accogliente ma, nello stesso tempo, autentico e naturale.

I ruoli

Un altro aspetto spesso fonte di dissidio è quello relativo al ruolo del nuovo partner rispetto alla genitorialità. I padri, che spesso non hanno il collocamento dei figli, possono sentirsi esautorati dal loro ruolo genitoriale, specie se, nel frattempo, la relazione si è concretizzata in una convivenza. Ma anche le madri possono vivere conflitti e gelosie, quando i figli  pernottano dal padre e dalla sua nuova compagna.
In questo caso è necessario che, fin da subito, venga fatta chiarezza tra i genitori. Ognuno dei due deve essere consapevole che il ruolo genitoriale spetta solo a loro e questa consapevolezza dovrà essere condivisa, anche attraverso un confronto verbale, dai genitori stessi. Anche i nuovi partner dovranno avere chiaro il loro ruolo, che non sarà mai sostitutivo rispetto alla genitorialità, che resta competenza solo dei loro compagni. La genitorialità comprende varie funzioni: educativa, protettiva, affettiva, decisionale, di cura e di responsabilità. 
E questo spetta sempre e comunque ai due genitori, separati o no.
Ciò non toglie che i nuovi partner possano avere rapporti di complicità, affetto, attenzione con i figli dei propri compagni, anzi tutto questo è fortemente auspicabile.
Perché, alla fine, una volta superata la criticità dell’adattamento ad una situazione nuova ed inesplorata, questa può rivelarsi, se gestista in maniera funzionale da tutti gli attori coinvolti, un’opportunità ed un arricchimento per il nuovo sistema di  famiglia allargata.

Dott.ssa Evita Raffaelli
Cell. 3493638465
evita.rr@virgilio.it



Commenti

  • Gianna (2 mesi fa) scrive:

    Molto interessante ed utile

  • Bernardo (2 mesi fa) scrive:

    È un articolo veramente interessante. Fa riflettere.

1

Lascia un messaggio

Tuo nome*

Scrivi il tuo commento*

Codice di verifica*

Realizzazione siti web by TimeforWeb.net Dott.ssa Evita Raffaelli - P.I: 01941000976 - Cell: 349 3638465 E-mail: evita.rr@virgilio.it

Questo sito utilizza cookie esclusivamente per finalità tecniche. Per la loro natura, questi vengono generati automaticamente e non richiedono il consenso preventivo.
Per maggiori informazioni consulta la nostra informativa cookie. OK