Genitori separati: cosa succede quando arriva un nuovo partner?
Variabili del
contesto
Uno dei momenti più delicati ,che seguono la separazione, è quello in cui
si verifica l’ingresso di un nuovo partner per uno o per entrambi i genitori.
Prima di tutto occorre tenere in considerazione alcuni aspetti che riguardano
la fase di elaborazione della separazione, che ho indicato spesso come un lutto,
sia per la coppia sia per i figli. Ci sono, infatti, diverse variabili che
possono condizionare questo ulteriore riadattamento degli equilibri.
Innanzi
tutto bisogna considerare la relazione che i due genitori hanno in quel momento.
Spesso, infatti, la separazione non è un evento che viene vissuto in maniera
paritaria: se è stato soltanto uno dei due partner a volerla, è ovvio che la situazione si presenta
sbilanciata ed il genitore che ha subito e non scelto la separazione viene a
trovarsi in una posizione di difficoltà emotiva che, inconsapevolmente, viene
comunque trasmessa e percepita dai figli, che tenderanno ad avere, nei confronti
del genitore “svantaggiato”, un
atteggiamento protettivo e tutelante.
In questo caso, la presenza di una nuova
figura che va ad affiancare l’altro genitore può essere vissuta come una
presenza avversa, se non addirittura pericolosa. Ovviamente ciò non vuol dire
che il genitore, che ha iniziato una relazione con un’altra persona , debba
interromperla, tuttavia dovrà tenere conto della delicatezza della situazione e
cercare di non forzare i tempi, tentando di conciliare le proprie legittime
esigenze con la sensibilità dell’ex partner, attraverso un confronto
costruttivo. Un’altra situazione di squilibrio si verifica quando, anche se i
due genitori hanno elaborato sufficientemente la perdita della separazione,
soltanto uno di loro inizia una relazione con un’altra persona. E’ in questi
casi che puo' verificarsi un corto circuito, che può portare il genitore ancora
single a forme di manipolazione, anche inconsapevoli, nei confronti dei figli , che possono essere “utilizzati” come rivalsa nei confronti dell’altro genitore.
Sono questi i momenti in cui si possono creare alleanze disfunzionali tra uno
dei due genitori ed i figli, che possono
percepire l’altro genitore come “ cattivo” ed il nuovo partner può addirittura
rivestire il ruolo del “colpevole”, su
cui viene riversata la responsabilità del fallimento familiare. Se i due ex
partner non riescono a comprendere ed a chiarire la dinamica inefficace e
dannosa che si sta verificando tra di loro, può essere necessario ed
auspicabile un sostegno professionale, attraverso il quale vengano riadattati
gli equilibri tra i due genitori, in modo da acquisire gli strumenti per gestire
in maniera funzionale questo nuovo cambiamento.
Nel caso che i genitori abbiano entrambi sufficientemente elaborato il
loro lutto emotivo, si porrà poi l’interrogativo di come comunicare ai figli la
presenza di questa nuova figura, che
verrà ad inserirsi nel contesto familiare. Anche in questo caso occorre
valutare il livello di elaborazione della perdita del vecchio equilibrio
familiare ma, questa volta, da parte dei figli . I genitori dovranno monitorare
i comportamenti del propri figli, riuscire a cogliere i segnali che inviano,
anche quelli non verbali e, laddove è
possibile, cercare di interagire con loro in maniera rassicurante, stimolandoli ad esprimere le proprie emozioni.
Da quanto esaminato appare chiaro che le parole chiave in questa
circostanza, sono
tempo e gradualità.
Come comunicare ai figli la notizia
Anche in questo caso occorre tenere presente il contesto di riferimento.
Innanzi tutto l’età del bambino. Se è molto piccolo è ovvio che sarà difficile una
verbalizzazione di quello che sta accadendo. In questo caso la nuova figura verrà
inserita gradualmente come nuova presenza nella vita del genitore e sarà
opportuno stimolare una relazione interattiva, magari attraverso il gioco o
esperienze di svago condivise ( per esempio una piccola gita, un pic nic ecc.). Quando
il bambino raggiunge un’età in cui è in grado di comprendere ,a livello cognitivo, quello che sta accadendo, il genitore dovrà prima avvertire l’altro genitore
della nuova presenza affettiva nella sua vita ( e questo in base alle variabili
considerate prima) e poi parlare coni figli, informandoli sulla nuova figura,
che sarà presente nella sua vita e quindi, di riflesso, anche nella loro. Il
colloquio dovrà avvenire, come già fatto quando ai figli è stata comunicata la
separazione dei genitori, in maniera chiara, comprensibile e sincera, rimodulando
i modelli verbali sulla base della sua età. Il genitore dovrà essere esaustivo
e rispondere a tutte le domande che gli verranno poste, con chiarezza e
semplicità.
Un presupposto, a mio avviso, essenziale è quello di arrivare al
coinvolgimento dei figli quando la
relazione tra il genitore ed il nuovo partner
si è sufficientemente consolidata in
modo da non esporre i figli ad esperienze traumatiche ed abbandoniche. Occorre
inoltre considerare un altro fattore molto importante, ovvero quanto tempo è
trascorso dalla separazione. Infatti bisogna considerare che l’evento
separazione ha rimesso in discussione tutti gli equilibri familiari precedenti e
ciò ha comportato sia un periodo di lutto, sia un riadattamento a condizioni di
vita diverse da quelle fino ad allora sperimentate . Pertanto l’introduzione di
un ulteriore cambiamento in tempi troppo
brevi , rispetto a questo evento, potrebbe essere un carico troppo difficile da
sostenere
Per questo la gradualità è importante, perché è una categoria applicabile
non solo ai figli , ma anche al genitore, che dovrà procedere a piccoli passi,
sia per sondare la propria relazione, sia per renderne partecipe i figli .
Quando si ritiene che il momento sia arrivato e tutti gli attori coinvolti ( ex
partner e figli) sono stati informati, si apre l’interrogativo di come gestire
questo primo incontro. Sarebbe opportuno scegliere un luogo esterno e neutro,
magari dove i figli possano sentirsi a proprio
agio. Il primo incontro, comunque, è pur sempre un’incognita per tutti,
compreso il nuovo partner, che si sentirà probabilmente ansioso di compiacere i figli della persona con cui ha stabilito
una relazione. Personalmente inviterei i protagonisti di questa esperienza a non
assumere atteggiamenti che possano mostrare forzature ed a non avere
aspettative eccessive da questa prima interazione. Entrambi dovranno conoscersi a poco a poco e le razioni dei
figli potranno diversificarsi in base a tante variabili: età, modalità in cui è
stata gestita la separazione, legame di attaccamento con l’altro genitore ecc..
Quindi gradualità e tempo tornano ad essere la bussola da utilizzare per
costruire questa nuova relazione, cercando punti di contatto e, per il nuovo partner, non alterando la propria
natura e mostrandosi disponibile ed accogliente ma, nello stesso tempo, autentico e naturale.
I ruoli
Un altro aspetto spesso fonte di dissidio è quello relativo al ruolo del
nuovo partner rispetto alla genitorialità. I padri, che spesso non hanno il
collocamento dei figli, possono sentirsi esautorati dal loro ruolo genitoriale,
specie se, nel frattempo, la relazione
si è concretizzata in una convivenza. Ma anche le madri possono vivere
conflitti e gelosie, quando i figli pernottano dal padre e dalla sua nuova compagna.
In questo caso è necessario che, fin da subito, venga fatta chiarezza tra
i genitori. Ognuno dei due deve essere consapevole che il ruolo genitoriale
spetta solo a loro e questa consapevolezza dovrà essere condivisa, anche
attraverso un confronto verbale, dai genitori stessi. Anche i nuovi partner
dovranno avere chiaro il loro ruolo, che non sarà mai sostitutivo rispetto alla
genitorialità, che resta competenza solo dei loro compagni. La genitorialità comprende varie funzioni:
educativa, protettiva, affettiva, decisionale, di cura e di
responsabilità.
E questo spetta sempre e
comunque ai due genitori, separati o no.
Ciò non toglie che i nuovi partner possano avere rapporti di complicità,
affetto, attenzione con i figli dei propri compagni, anzi tutto questo è
fortemente auspicabile.
Perché, alla fine, una volta superata la criticità dell’adattamento ad una
situazione nuova ed inesplorata, questa può rivelarsi, se gestista in maniera funzionale da
tutti gli attori coinvolti, un’opportunità ed un arricchimento per il nuovo
sistema di famiglia allargata.
Dott.ssa Evita Raffaelli
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