Oggi è Giovedì, 17 Luglio 2025 Pagina iniziale Quando il passato diventa una zavorra: " La Bella Addormentata nel bosco"
Quando il passato diventa una zavorra che impedisce di vivere:
“ La Bella Addormentata nel bosco”.








La favola


Le favole hanno un origine molto antica e si ritrovano, a livello trasversale, in ogni parte del mondo, spesso con schemi abbastanza simili. Le varianti sono comunque molteplici e legate anche al contesto culturale in cui la fiaba viene alla luce. Inizialmente la trasmissione delle favole è stata a carattere orale poi, intorno al 1600/1700, le favole iniziarono ad essere riunite in raccolte scritte. Una delle più famose è quella di Charles Perroult che, nel libro “ I racconti di mamma l’oca”, riunisce undici favole, divenute poi famose soprattutto tra i bambini, tra le quali vi è anche quella de “ La Bella Addormentata nel Bosco”.
La favola narra la storia di un re e di una regina ai quali, dopo molta attesa, nasce una bambina, chiamata Rosaspina. Al battesimo della piccola principessa vengono invitate tutte le fate del regno, che elargiscono una serie di doni alla bambina. Purtroppo una delle fate del regno viene, incidentalmente, non invitata e questa, presentatasi alla festa molto arrabbiata per la sua esclusione, lancia un maleficio alla principessa, decretando che a sedici anni sarà punta da un fuso e morirà. Una delle fate presenti ( la fata madrina) non potendo annullare il maleficio, interverrà trasformando la morte di Rosaspina in un lungo sonno, che verrà esteso a tutti gli abitanti del castello. Il sonno collettivo avrà termine soltanto se un principe bacerà Rosaspina. Nonostante i provvedimenti presi dal re, che vieta l’utilizzo dei fusi in tutto il regno, Rosaspina a sedici anni, incontrata una vecchietta che sta filando, si pungerà e sprofonderà in un lungo sonno e, insieme a lei, si addormenteranno tutti gli abitanti del castello, che verrà coperto di rovi pieni di spine. Questo fatto impedirà a molti principi di arrivare fino a Rosaspina per poter sciogliere l’incantesimo, fino a quando, uno più valoroso degli altri, porterà a termine la missione, facendo uscire dal sonno letargico sia la principessa, sia tutti gli altri abitanti del castello, che riprenderà finalmente vita.

Analisi

Le favole sono speso interpretate metaforicamente, in quanto portatrici di significati che possono essere analizzati anche da più punti di vista. Nel caso della “Bella Addormentata nel bosco”, il mio approccio è orientato verso il collegamento su come il mantenimento di una dimensione di staticità e di immobilismo possa influenzare il processo di crescita e di evoluzione della persona. In sostanza, questo significa che, rimanere fermi in quello che è uno scenario del passato, può portare a non vivere consapevolmente il presente.
Proviamo ad analizzare quanto accade nella favola:

all’inizio vi è un evento traumatico, ovvero la maledizione lanciata alla principessa dalla fata non invitata al battesimo
successivamente vi è un intervento riparatorio della fata buona, volto a ridurre il danno che comunque rimane, anche se in forma meno drastica
la riduzione della maledizione ( fatto traumatico) porta sia la principessa, sia tutti gli abitanti del castello, a cadere in un sonno lungo e profondo
lo stesso castello diventa una sorta di fortezza quasi inaccessibile, ricoperto di rovi e di spine, che ne impediscono l’accesso e “proteggono” la principessa dal risveglio
la parte finale prevede l‘intervento salvifico ( in questo caso ad opera di un agente esterno) ed il risveglio della principessa e di tutti gli abitanti del castello, che riprende la sua forma originale.

Osservando la sequenza di questi eventi possiamo usare una chiave di lettura che ci porta davanti a questo scenario:

una persona vive un evento traumatico, che la turba profondamente
a seguito di un possibile aiuto ( che può essere, per esempio, la presenza di una figura significativa) l’evento traumatico viene ridotto nella sua intensità e trasformato in qualcosa di meno distruttivo
la persona, tuttavia, rimane ancorata al proprio passato, che non riesce ad abbandonare. Questo crea una situazione di immobilismo che impedisce la sua evoluzione e la sua crescita
alla fine un intervento esterno fa sì che la persona si risvegli e ricominci a vivere.

Da questa analisi, modellata sullo schema della favola de “ La Bella Addormentata nel bosco” , è possibile approfondire sia ciò che rappresenta il non riuscire a staccarsi dal passato, sia le modalità con cui può essere possibile effettuare questo svincolo.

Svincolarsi dal passato

Ma cosa significa esattamente rimanere ancorati al passato? In primo luogo chi sperimenta questa condizione tende a rivivere gli eventi trascorsi, soprattutto quelli negativi, come se fossero presenti. Tutto quello che è stato esperito nel passato è ancora vivo, così come lo sono le emozioni che lo hanno connotato. Quindi rimanere aggrappati al passato significa rimodulare i comportamenti, le azioni, le risposte emotive, non in base a quello che si è adesso, ma in base a quanto accadeva prima e, di conseguenza, la persona ripete un copione già scritto, senza modificare né cambiare niente. Vivere nel passato significa precludersi ogni possibilità di crescita e di riorganizzazione della propria vita, comportandosi come se il tempo si fosse fermato. Esattamente come nella favola la persona, che non riesce a lasciare andare il proprio passato traumatico, si difende con tutta una serie di “protezioni” (spine rovi), che impediscono il cambiamento ( il risveglio).
In sostanza la persona aggrappata al passato può essere assimilata ad un criceto che gira continuamente sulla sua ruota, senza arrivare mai da nessuna parte.

Allora, come è possibile uscire da una situazione così invalidante?
In primo luogo è necessario “vedere” il proprio passato. Questo significa iniziare a visualizzarlo come un qualcosa che si trova in una dimensione esterna, altra, distaccata. E poi guardare in faccia le proprie paure, le fragilità, le ferite che hanno prodotto quel dolore ancora vivo, ma dal quale bisogna staccarsi. Perché appartiene ad una dimensione che non è più quella di adesso, perché il tempo è trascorso e la vita di oggi non è più quella di prima. E poi bisogna accettare il limite, che è quello di non poter più cambiare quello che è stato, diventare consapevoli che non esiste nessun potere di modificare la storia vissuta. Brutta o bella questa è la vostra storia, che non si può cambiare. Tuttavia, se non è possibile cambiare ciò che è stato, è possibile decidere quello che può accadere oggi e progettare quello che potrà avvenire in futuro. Quindi occorre riposizionare la propria vita, con una visione diversa da quella avuta fino ad ora, attivando modalità proattive e creando, finalmente, quello svincolo da quel passato che, fino ad ora, aveva condizionato le vostre azioni. Tuttavia, svincolarsi dal passato non significa rinnegarlo, perché è comunque una parte di voi, una parte importante, che non può e non deve essere liquidata.
Bisogna soltanto cambiare la prospettiva e ricollocare nel posto giusto emozioni e comportamenti, suddividendoli tra esperienze passate ed esperienze presenti.
Lasciare andare il passato significa liberarsi dalla zavorra emotiva che avete portato fino ad ora e finalmente risvegliarsi. A questo proposito, nella favola si parla di un risveglio che avviene per opera di un intervento esterno ( il bacio del principe). A mio avviso questa azione esterna può forse significare l’attivazione di un percorso di consapevolezza, tuttavia credo che i veri protagonisti del risveglio, inteso come rinascita, possiate essere principalmente voi.

Bibliografia
Charles Perroult,  “ I racconti di mamma l’oca”, Einaudi, Torino, 1980 ( prefazione di Italo Calvino)
Vladimir Propp,    “ Morfologia della fiaba”, Einaudi, 1966
Bruno Bettelheim, “ Il mondo incantato: uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe”, Feltrinelli, Milano1977

Dott.ssa Evita Raffaelli
Cell. 3493638465
evita.rr@virgilio.it


Commenti

  • Giada (2 mesi fa) scrive:

    Veramente interessante

  • Simone (2 mesi fa) scrive:

    Grazie. Un'analisi molto originale da cui prendere spunto

  • Simone (2 mesi fa) scrive:

    Grazie, un' analisi molto originale e illuminante

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