Oggi è Giovedì, 17 Luglio 2025 Pagina iniziale Autostima ed accettazione di sé, la consapevolezza come guida

Autostima ed accettazione di sè.


L'accettazione di se stessi è il punto di partenza per sviluppare una buona autostima.
Avere una buona autostima significa fiducia ed amore verso la propria persona. 



                                                


In questa pagina troverete osservazioni su molti  comportamenti che denotano una bassa autostima: scarsa fiducia in  se stessi, eccessivo senso del dovere, senso di colpa, tendenza al perfezionismo, difficoltà a dire di no, ricerca continua dell'approvazione, paura del giudizio, attivazione di relazioni disfunzionali perchè " io non mi merito", percezione negativa della realtà, difficoltà ad esprime quello che si pensa e...tanto altro.
Vedrete  come tutti que
sti stati d'animo sono interconnessi e collegati da un unico filo:
la difficoltà ad ac
cettare se stessi.


Autostima e relazioni

Avere una autostima fragile contribuisce a mantenere relazioni disfunzionali e distruttive, sviluppando spesso una vera e propria dipendenza affettiva, Chi non si vuole sufficientemente bene pensa di non meritarsi l'amore ed il rispetto degli altri.





La profezia che si autoavvera






La profezia che si autoavvera è stata introdotta dal sociologo americano Robert Merton ed è una delle dinamiche psicosociali più forti dell’agire umano.
Ma cosa significa? In pratica se crediamo in una determinata convinzione ( che può anche essere falsa o comunque non provata) questa convinzione influenzerà il nostro comportamento, anche a livello inconscio, in modo che le nostre azioni produrranno la realizzazione della convinzione stessa, con il risultato che quanto era stato previsto e “profetizzato” si avvererà.
Per chiarire meglio possiamo utilizzare un esempio: una persona deve affrontare un colloquio di lavoro, ma non si sente adeguata. Inizia, quindi, un dialogo con se stessa in cui si autoconvince di non valere, di non essere all’altezza e così via, determinando un circolo vizioso che influenzerà il suo comportamento in senso negativo, creando i presupposti per cui il colloquio verrà affrontato con una modalità insoddisfacente e determinando, così, l’autoavverarsi della “profezia”.

Se cambiamo la prospettiva, è possibile creare, invece di un circolo vizioso, un circolo virtuoso, capovolgendo la premessa iniziale.


Il grande sonno del passato





Non riuscire a liberarsi delle ferite del proprio passato significa ripeterne gli schemi ed i comportamenti come se fossero ancora attuali. Questo vuol dire rimanere fermi, replicare azioni e reazioni emotive esperite allora. Significa anche  vivere un sonno letargico della mente, delle emozioni e, di conseguenza, non affrontare la consapevolezza del presente.
Se volete approfondire, potete leggere il mio articolo: “ Quando il passato diventa una zavorra che impedisce di vivere: “ La Bella Addormentata nel bosco”, sezione articoli di questo sito.



Pesi e carichi




Chi si riconosce in questa immagine?
Ovviamente non parlo del peso delle borse e delle valigie, ma dei pesi che spesso trasportiamo inutilmente e che ci schiacciano. In genere sono carichi che ci addossiamo inutilmente e questo merita una riflessione su ciò che è davvero buono per noi, su quanto incida un eccessivo senso del dovere, su come le convinzioni degli altri appesantiscano e nascondano i nostri veri bisogni. Oppure quanto influiscano i messaggi ricevuti durante la nostra infanzia e divenuti poi parte di noi stessi o le relazioni spesso portate avanti senza convinzioni o, peggio ancora, dannose per noi.

Sarebbe quindi opportuno chiedersi se quello che portiamo ( sopportiamo!) è veramente quello che vogliamo ed iniziare a pensare su ciò che vorremmo eliminare e che viene mantenuto, per paura del cambiamento.
Perchè?
Perchè per rendere rigogliosa una pianta, occorre tagliare i rami secchi!

Autostima : persona e comportamenti



“Occorre distinguere noi stessi dal nostro comportamento : il comportamento è una modalità
di agire circoscritta e limitata ad una situazione , la persona è un insieme di pensieri, emozioni, vissuto soggettivo” “Posso aver adottato un comportamento sbagliato, ma non per questo sono una persona completamente cattiva”
“Possiamo odiare il nostro comportamento, ma amare comunque la persona”
“Spesso abbiamo interiorizzato il messaggio :- Vado bene solo se non commetto errori- , ma sbagliare è possibile!”
Tratto dal corso su “L’Autostima” a cura della Dott.ssa Evita Raffaelli, Prato 2010

Errori e giudizio


“ Chiunque non ha mai commesso errori non ha mai provato niente di nuovo” Albert Einstein

Stili di comunicazione

“ L’assertività consiste nella capacità di stabilire limiti e regole riguardo a ciò che si accetta o no nel rapporto con gli altri …. presuppone il rispetto di se stessi e degli altri dando valore ai propri bisogni e ai propri desideri…. consiste nel riconoscersi il diritto ad esprimere, nel rispetto degli altri, opinioni, idee, emozioni” Tratto dal corso sul “L’autostima “ a cura della Dott.ssa Evita Raffaelli, Prato 2010


Rif1



Capacità di dire di no

“Un no detto con la più profonda convinzione è meglio di un sì detto per cortesia o peggio ancora per evitare problemi” Mahatma Ghandhi

Risorse personali, sapete di possederle?

Spesso non sappiamo che dentro di noi esistono risorse infinite. Ci concentriamo sul problema, la sofferenza ed il dolore.
E va bene così, perchè dobbiamo accogliere tutte le nostre emozioni, in quanto parte di noi ed analizzare ciò che ci fa stare male, attraverso un percorso di consapevolezza.
Ma poi occorre andare oltre e concentrarsi su quelle risorse, abilità, talenti che ciascuno di noi possiede.
E' questo la nostra ancora, il nostro salvagente.
Ed è dentro di noi , basta fermarsi un attimo ed ascoltarci.






“ Tutti abbiamo il diritto di avere bisogni e desideri che devono essere ritenuti importanti quanto quelli degli altri”
Tratto dal corso sul “L’autostima “ a cura della Dott.ssa Evita Raffaelli, Prato 2010

Conflitto interiore





Quando siamo di fronte ad un blocco, a qualcosa che impedisce di prendere una decisione significa che, dentro di noi, vi è un conflitto, ovvero una dissonanza tra ciò che ( forse) vorremmo fare e ciò che invece agiamo nella realtà. Ciò provoca una situazione di disorientamento, di confusione: " vorrei, ma non so se lo voglio davvero".
Il primo passo, in queste situazioni, è quello di riuscire ad individuare le due parti che si stanno scontrando
dentro i noi, dare loro un nome e, quindi, operare  un riconoscimento delle pulsioni interne in conflitto tra di loro.
Poi occorre lavorare sull'ascolto di se stessi, porsi la domanda: " cosa mi fa stare bene davvero?" e comprendere quale è la parte più funzionale per noi. Una volta individuati i reali bisogni ai quali si vuole dare risposta, occorre affrontare la parte "resistente" al cambiamento, capire quali sono i vincoli che trattengono, da dove provengono, se sono davvero ragionevoli o frutto di condizionamenti subiti. Infine, una volta che il quadro è chiaro, ci vuole un paziente lavoro di rafforzamento di quella che io chiamo la parte proattiva, con conseguente indebolimento della parte "resistente".
In tutto questo lavoro la bussola che ci guida è sempre la stessa : l'acquisizione della consapevolezza di ciò che ci  fa stare bene. 
Il desiderio“ Il desiderio nasce dal cuore, dalla testa, dal ventre.
Lievita come un leggero gabbiano che vola su un mare stranamente azzurro.
Avvolge e riempie come un gattino morbido
e libera la voglia di essere.
Scopre mondi e confini sconosciuti,
ti abitua all’esistere.
Ti affida alla vita e ti fa volare
fuori dalla tua e
sistenza comune.
Non vergognarti del tuo desiderio: è un sogno.
Evita Raffaelli

Rif3I nostri diritti
Tutti noi abbiamo dei diritti, che spesso non ci riconosciamo. In questa mia riflessione vorrei elencare quelli che sono i nostri diritti fondamentali:

Tutti abbiamo il diritto di essere rispettati dagli altri, indipendente dall'età, dal sesso, dalla condizione sociale ecc.
Tutti abbiamo il diritto di avere bisogni e desideri che devono essere ritenuti importanti quanto quelli degli altri
Tutti abbiamo il diritto di provare sentimenti di ogni genere ed esprimerli nel rispetto degli altri
Tutti abbiamo il diritto di avere opinioni personali ed esprimerle
Tutti abbiamo il diritto di cambiare idea, se le circostanze e le nostre esperienze di vita lo favoriscono senza, per questo, sentirci in colpa nè essere incolpati da altri
Tutti abbiamo il diritto, se vogliamo, di non fornire agli altri giustificazioni per il nostro comportamento, sempre nel rispetto degli altri
Tutti abbiamo il diritto di valutare il nostro comportamento, decidendo autonomamente ciò che è giusto o sbagliato per noiTutti abbiamo il diritto di chiedere informazioni o spiegazioni su ciò che non conosciamo, senza per questo essere giudicati ignoranti
Tutti abbiamo il diritto di decidere se soddisfare le aspettative degli altri o agire secondo i nostri desideri, ovviamente senza ledere i diritti degli altri, insomma il diritto a dire di no! ( senza sensi di colpa)
Tutti abbiamo il diritto di decidere se avere o no la responsabilità di trovare soluzioni ai problemi degli altri
Tutti abbiamo il diritto a commettere errori ( non esiste la perfezione e l'errore può essere fonte di apprendimento)
Tutti abbiamo il diritto ad esprimere le nostre priorità
Tutti abbiamo il diritto ad avere un tempo ed uno spazio a misura nostra
Che dite, riconoscete a voi stessi questi diritti ?






L'illusorietà della perfezione



Il perfezionismo è pericoloso, perchè ingabbia la mente nello schema del "tutto o niente". Alla base di quest0 atteggiamento vi è la convinzione di dover essere sempre efficienti ed all'altezza di ogni situazione e, soprattutto, di non poter sbagliare. Lo sforzo di dover raggiungere la perfezione, ovviamente senza riuscirvi, produce l'attivazione di standard comportamentali sempre più elevati, con obiettivi spesso irraggiungibili. Tutto ciò ci  fa sentire quindi inadeguati, colpevoli e, soprattutto, incapaci di sbagliare. I nostri errori diventano così un fallimento totale e non un'esperienza da cui trarre insegnamento. Frustrazione, ansia, paura, senso di inadeguatezza diventano i nostri quotidiani compagni di viaggio, in una ricerca che non può che essere autodistruttiva.
Perciò, introduciamo nel nostro vocabolario emotivo l'accettazione dei nostri limiti, la riduzione degli standard comportamentali, la collocazione dei nostri errori nella dimensione dell'esperienza ma, soprattutto, l'accettazione di noi stessi, così come siamo....felicemente imperfetti!

Lasciare andare...




Non è compito tuo portare tutto questo peso. Nessuno te lo chiede se non quella parte di te che pensa di dover
essere il sostegno di tutto e tutti, ma ti impedisce di sostenere te stesso.
Impara a lasciare andare.....


La trappola del rimuginare




Immaginate che dentro di voi esista un serbatoio, in cui vanno a confluire i vostri pensieri negativi, che si sono sviluppati dai messaggi che avete ricevuto fin dall’infanzia e rinforzati da esperienze successive (per esempio : messaggio ricevuto : “ non puoi sbagliare”). Questi messaggi, specie se ripetuti più volte, sono diventati i vostri auto messaggi, che riempiono il vostro serbatoio. In seguito a determinati eventi scatenanti , questi possono riaffiorare e porvi in una situazione di disagio e di agitazione ( spesso la notte), attivando pensieri negativi , che vi portano a rimuginare, accrescendo sempre di più il vostro malessere.
Rimuginare è una trappola, perché vi fa entrare in un circolo vizioso che si autoalimenta, non portandovi soluzioni, ma consumando le vostre energie.
Bloccatelo subito con la tecnica dello STOP : “ Ora non ci penso…vedremo domani!”.







Commenti

  • Lucia (2 mesi fa) scrive:

    Questa riflessione sui brutti pensieri e il rimuginare mi ha colpito molto, perché mi ci rivedo tanto, purtroppo

  • Massimo (2 mesi fa) scrive:

    Mi rivedo molto nella sua ultima riflessione, anche io mi faccio carico di tutto e comincio ad essere stanco

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