Relazioni disfunzionali e manipolatorie e dipendenza affettiva
Dipendenza affettiva
"Senza di te muoio..." " Se mi lasci non sono più niente..."Quante frasi di questo tipo vengono pronunciate e scambiate per una dichiarazione d'amore. Ebbene non è vero. Quando il bisogno del partner viene prima dei nostri bisogni personali non è amore.
Quando si pensa di non poter sopravvivere senza l'altro/a
non è amore.Quando ci si accontenta delle briciole offerte in una relazione
non è amore.
Quando la nostra vita, le nostre emozioni, in nostro star bene o male dipendono dal partner non è amore.
Quando rimaniamo legati/e ad una relazione che ci fa soffrire perchè pensiamo di non poter vivere senza
non è amore. Ed allora, se non è amore, cos'è? Vogliamo provare a chiamare tutto questo con il suo vero nome?
Si chiama dipendenza affettiva ed è una catena che tiene legata la persona a quella che è solo un'illusione, perchè l'amore, quello vero, fa stare bene e non chiede, come prezzo, la libertà individuale
Spezzare la catena non è facile, ma è possibile provarci!
“ Amatevi l’uno con l’altra, ma non fatene una prigione d’amore reggetevi insieme , ma non troppo vicini:
poiché il tempio ha colonne distanti,e la quercia e il cipresso non crescono l’una all'ombra dell'altro"
Kahil Gibran


Queste parole ci dicono che una relazione di amore non deve essere soffocante, ma equilibrata tra il bisogno di fusione con il partner ed il mantenimento della propria autonomia personale.
Perchè, in caso contrario, il legame si trasforma, da legame affettivo , a legame distruttivo.
In una relazione sana c'è posto per il rispetto e la libertà reciproca, per la fiducia e la condivisione.
Non c'è posto, invece, per la svalutazione, il ricatto emotivo, la manipolazione e per tutto ciò che non rende sereni.
Purtroppo, spesso, si vengono a creare situazioni disfunzionali, a volte tossiche, dalle quali è difficile uscire.
Io credo che la prima domanda da porsi, in questi casi, è :
" perchè permetto tutto questo ? ".E' dalla risposta che ciascuno si darà che inizia il cambiamento, perchè solo portando alla luce ciò che consente di rimanere intrappolati in una relazione tossica può fornire la chiave per poterne uscire.


Nel sistema coppia coesistono due bisogni diversi: " Io mi fondo con te" " Io mi differenzio da te".
Occorre che questi due bisogni contrastanti trovino un buon equilibrio tra di loro, senza che l’uno prevalga sull’altro.
Tratto dal corso su “ Comunicazione e relazione “ a cura della Dott.ssa Evita Raffaelli, Prato 2011“Essere figli di un narcisista
Spesso il genitore narcisista considera i figli
come un’estensione di se stesso. Di conseguenza, dato che l’ammirazione degli
altri è, per il narcisista, una condizione indispensabile, i loro figli
dovranno essere perfetti e dare di se stessi un’immagine impeccabile. Questo
diventa, per loro, un grosso carico emotivo che può portare a conseguenze
destabilizzanti. Il genitore narcisista agisce nei confronti dei figli molte
forme di controllo emotivo, tra le quali quella dell’utilizzo dell’amore
condizionato, che si traduce in una sorta di ricatto affettivo, ovvero” ti amo se sei come
voglio io”. Le conseguenze di questo atteggiamento portano i figli a vivere una
costante insicurezza emotiva, che spesso cercano di colmare compiacendo in
tutto e per tutto il genitore, censurando ogni loro capacità di giudizio
critico. E’ anche possibile, in questo
caso, che adottino un’identificazione con lo stesso genitore, sacrificando le
loro capacità empatiche.
Per un approfondimento delle caratteristiche della persona narcisista, puoi approfondire leggendo il mio articolo :
" Il
narcisismo tra onnipotenza e fragilità”, nella sezione articoli di questo sito.
Manipolazione
Le relazioni manipolatorie non riguardano soltanto la coppia, ma anche tutti quei legami affettivi in cui almeno uno de due prova un senso di disagio, malessere e, soprattutto, senso di prevaricazione.
Questo perchè la manipolazione opera come trappola emotiva di chi la subisce.
Chi agisce la manipolazione utilizza, spesso, il senso di colpa come strumento per tenere vincolata l'altra persona, di cui conosce bene i punti deboli . Infatti, molto spesso, lo stile comunicativo utilizzato è quello passivo aggressivo (" sei stato bravo...nonostante non avessi grandi capacità) o addirittura paradossali ("Io resto sola, ma tu vai pure a divertirti! ").
I messaggi che provengono sottintendono rabbia e violenza, che non vengono esplicitate, ma agite in maniera più subdola , invischiando chi li riceve.
Uscire da una relazione manipolatoria non è facile, sia per il coinvolgimento emotivo, sia per la percezione della difficoltà di liberarsi da questo legame, divenuto vincolante come una catena.
Ma anche ( forse soprattutto) perchè acquisire la consapevolezza di vivere un legame tossico porta, inevitabilmente, alla domanda : " Perchè ho permesso questo?"
La famiglia disfunzionale

La famiglia disfunzionale è come un albero malato. Al suo interno i confini non sono chiari e il conflitto viene agito o con violenza ed aggressività o con l'uso del sarcasmo e della svalutazione. Non c'è posto , quindi, per una comunicazione sana ed efficace. Se volete potete approfondire leggendo il mio articolo: " Relazioni familiari: alcuni indicatori di disfunzionalità", nella sezione articoli di questo sito.
Il mito di Narciso

Una delle forme manipolatorie più frequenti è quella che viene attivata dal narcisista. Se volete approfondire potete leggere il mio articolo:" Il narcisismo: tra onnipotenza e vulnerabilità" nella sezione articoli di questo sito.
Relazioni manipolatorie, come uscirne?

Nelle relazioni manipolatorie, paradossalmente, il problema non è chi manipola, ma chi si lascia manipolare.
Partiamo da un presupposto: il soggetto che agisce la manipolazione difficilmente cambia.
Quindi è inutile sperare che la situazione si risolva perché si interrompe questo comportamento disfunzionale.
L'unica cosa che può contrastare un comportamento manipolatorio, basato sul ricatto emotivo e sulla capacità di attivare nell'altro il senso di colpa, è iniziare a guardarsi dentro, ad ascoltarsi ed a individuare quali aspetti del proprio vissuto sono più vulnerabili.
Perché chi manipola si insinua proprio nelle nostre fragilità, nei nodi non risolti del passato, nei punti in cui siamo più vulnerabili. Quindi guardare bene in faccia questa parte di noi ( e magari accettarla) può diventare uno scudo protettivo, che fa rimbalzare i tentativi manipolatori.
E' inoltre importante capire se questo è un lavoro che è possibile fare da soli o se vi è bisogno di ricorrere ad un aiuto professionale, che può incentivare la rimozione dei sensi di colpa ( che tanto aiutano il manipolatore) e renderci quindi più forti e meno ricattabili.
Per esempio è importante riconoscersi alcuni diritti, tra i quali quello di non poter aiutare tutti, di non ricevere sempre l'approvazione, di ascoltare i nostri bisogni e cercare di dare loro una risposta.
Togliere potere ai propri messaggi disfunzionali interiorizzati toglie potere alla manipolazione
Manipolazione violenta e distruttiva : il gaslighting

Il gaslighting è una delle forme più violente ed aggressive di manipolazione, in quanto può portare chi lo subisce a dubitare di se stesso, della propria realtà, delle proprie convinzioni. Nei casi più gravi il dubbio può estendersi anche alle proprie facoltà mentali. Il gaslighting viene agito da manipolatori particolarmente violenti e narcisisti , spesso all'interno di relazioni affettivamente significative ed è particolarmente distruttivo per l'autostima di chi lo subisce.
Il primo passo per poter reagire a questa subdola violenza psicologica è interrogarsi sul malessere che si prova e riuscire a parlarne con qualcuno. Ricordate che essere consapevoli di stare male può rappresentare una risorsa, perchè rappresenta uno stimolo per il cambiamento.